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sfumatura di colore per trasmettere che non c'è un confine netto tra online e offline

Perché ci serve un equilibrio tra online e offline

sfumatura di colore per trasmettere che non c'è un confine netto tra online e offline
sfumatura di colore per trasmettere che non c'è un confine netto tra online e offline

In questo articolo ti spiego perché non credo tanto al digital detox ma credo più alla ricerca di un equilibrio tra online e offline. Perché te ne parlo? Perché questa sovraesposizione digitale ti ruba un sacco di tempo e di energia.

Ho un rapporto ambivalente con la tecnologia. È una mia grande passione fin da piccola e mi considero una nerd in progress. Ho assistito con entusiasmo e curiosità la nascita di internet e sono sempre stata al passo con le novità. Certo è che da qualche anno ho iniziato a vedere (o subire) anche un lato negativo.

Libertà o schiavitù?

Come tanti progressi dell’umanità, anche la tecnologia spazia da essere uno strumento di infinita libertà a una schiavitù. E forse la gabbia d’oro è il prezzo che si deve pagare per tale libertà. Penso alle automobili: grande libertà di movimento, indipendenza, distanze ridotte, ma anche tempo in coda e inquinamento. Penso alle prime autoradio: la magia di ascoltare la musica viaggiando, e poi tutti con l’autoradio sottobraccio per paura dei ladri.

E lo vedo anche con lo smartphone: l’enorme libertà di spazio e tempo (poter fare praticamente tutto da ovunque) ma anche vedere la propria vita compressa in uno spazio 20x5cm e questo tempo che, potendo essere infinito, diventa un sempre. Senza limiti, senza argini. E quindi, se da un lato è veramente un privilegio del nostro tempo poter leggere, per esempio, le email di lavoro a qualsiasi ora, è un attimo che il privilegio si trasformi in scocciatura prima e in stress poi, se a questo tempo non mettiamo un freno.

L’economia dell’attenzione

A questo si unisce il fatto che attraverso la connessione e gli smartphone abbiamo accesso a tutti i tipi di social che sono programmati per attirare e trattenere la nostra attenzione. Si parla infatti proprio di economia dell’attenzione, perché l’attenzione è risorsa limitata e merce preziosa.

E il nostro cervello primitivo cade facilmente nella trappola della ricompensa immediata. Ed ecco che quando prendiamo in mano il telefono anche solo per vedere l’ora o per rispondere a una email importante, nel momento in cui vediamo anche solo una notifica di Whatsapp o di qualche social, diventa impossibile resistere. E anche se pensiamo, ma sì dai ci metto 2 minuti, quei 2 minuti diventano 10, poi 25 e poi 40 quasi senza accorgersene.

È sempre una tua scelta?

E attenzione, non sto dicendo che passare 40 minuti sui social sia sbagliato! Sto dicendo che se lo fai inconsapevolmente non è una scelta libera. O almeno, non lo è nella maggior parte dei casi. È su questo punto che vorrei discutere.

La tecnologia non è né buona né cattiva in termini assoluti. È l’utilizzo che se ne fa che fa pendere la bilancia sul più o sul meno. Se scegli liberamente di passare 3 ore su Instagram, nessuno può dirti nulla. È quando pensi di starci pochi minuti, ma in realtà diventano ore, che allora serve fermarsi e farsi delle domande.

E serve un grande sforzo e una grande consapevolezza per mettere un limite a questa grande giostra, perché quella contro gli smartphone è una guerra impari. Da un lato un sistema luminoso e luccicante, studiato nei minimi dettagli per catturarti, e dall’altro il tuo cervello primitivo sensibile alle ricompense e alla dipendenza da dopamina.

Ma quali sono le conseguenze di questa abbuffata digitale?

Legato all’uso h24 dello smartphone puoi avere alcune di queste conseguenze:

  • Colossale perdita di tempo
  • Attenzione frammezzata
  • Multitasking
  • Ansia e stress
  • Distrazione
  • Interruzioni
  • Poca capacità di focalizzare
  • Confusione
  • Paura di rimanere isolati (F.O.M.O. – Fear Of Missing Out)
  • Depressione da riconoscimento sociale
  • Poca energia

Diventare consapevoli

Il primo passo per affrontare l’argomento è diventare consapevoli e accorgersi che tutto il mondo sbrilluccicante di internet nasconde anche un lato oscuro. Riprendi quindi la lista qui sopra e fai mente locale se riconosci qualche sintomo.

Il secondo passo è misurare quanto tempo effettivo passi sullo smartphone. Questo ti aiuta a capire se quel tempo è una tua scelta o se c’è qualcosa di cui non ti accorgi. Ci sono delle app che ti aiutano a misurarlo e addirittura nei nuovi telefoni è prevista una funzione che si chiama “Benessere digitale” su Android e “Tempo di utilizzo” su iPhone che serve proprio per vedere quanto tempo passi nelle singole app durante il giorno, settimana, mese, anno. I dati aggregati fanno davvero paura!

Chiarire obiettivi e sassi

È chiaro che avere a portata di mano un enorme Luna Park fa apparire tutto il resto come noioso e grigio. Quindi non solo riempi qualsiasi momento vuoto con lo scroll compulsivo (bruciando il tempo della noia prezioso per metabolizzare le informazioni e avere nuove idee creative) ma sposti la tua attenzione da quello che devi e vuoi fare, al passatempo più divertente.

Per uscire da questo meccanismo è importante chiarire bene cosa vuoi fare, non dico della tua vita, ma almeno delle tue giornate (essendo poi la vita la somma delle tue giornate). Più hai chiaro cosa vuoi fare, quali sono le cose importanti da portarti a casa, meno appeal avrà lo smartphone vicino a te.

Digital detox…

Le problematiche che ho sollevato sono note ormai da un po’, tanto che si parla da qualche anno di digital detox, cioè prevedere dei momenti completamente senza connessione per disintossicarsi da quella che è a tutti gli effetti una nuova droga.

Sono stati fatti anche degli esperimenti di giornate o momenti “email-free” in grandi aziende, di solito il venerdì pomeriggio o dopo l’orario di lavoro. Ma quello che succedeva è che il lunedì, o la mattina successiva, si dovevano gestire il doppio delle email. Quindi a poco servono dei momenti “digital free” spot, perché si tratta invece di un cambiamento di mindeset.

… o equilibrio online-offline?

In generale io non penso che la soluzione sia il digiuno digitale (magari a intermittenza) o il fine settimana detox (il discorso vale tanto per le email quanto per i social), perché poi quando si torna online, si torna a dover gestire troppa roba. Secondo me serve a poco alternare momenti di disintossicazione se non si affianca anche un percorso di consapevolezza e di cambiamento. Anche perché il confine tra online e offline non è così netto. Pensa quando guidi (attività offline) con il navigatore (online). Tanto che si parla di “onlife” perché tutta la nostra vita offline dialoga costantemente con l’online. Il punto è individuare il limite oltre il quale l’esposizione digitale porta alle conseguenze elencate sopra.

L’obiettivo quindi, secondo me, è arrivare a non avere bisogno di disintossicarsi perché si è trovato un equilibrio quotidiano tra l’uso necessario (e dilettevole) della tecnologia e il tempo fuori dai device. Per dare piena attenzione anche a quello che succede fuori. O semplicemente per aumentare la qualità del tempo e del lavoro. Non servono grandi cose, a dire la verità si può iniziare con qualcosa di molto piccolo. Anzi, puoi provare subito e fare un piccolo esperimento: disattiva le notifiche per 20 minuti e dedicati a una attività della tua to do list. Ora.

Le notifiche continue ti fanno impazzire?

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La più tecnologica del gruppo e le piace andare sul pratico. È quella che fa, che propone idee e trova soluzioni. Lavorare con le persone la ricarica ed è qui che dà il meglio di sé. È ironica e ha una simpatia contagiosa.

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